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al testo di Millina Spina
L’albero della festa
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Svogliatamente ho aperto i finti rami all'albero della festa, che riposi in cantina ebbra di speranze di bagliori e di allegria e di ineluttabile energia. L'ho adornato con mille lucine a coprire il mio cupo umore, ho appeso palle dorate dove si specchiano le mie lacrime non piante, senza arte ho agganciato addobbi variopinti a coprire le nudità e le piaghe inferte dal tempo dal gelo e dall'indolenza. Ho attaccato la spina e son stata avvolta dal magico barbaglio, trasportata nel vortice della calorosa menzogna ed ho provato paura, tanta paura di non riconoscere più il vero dal falso la luce dal buio e di aver perso la mia anima, la mia essenzialità: ho paura di non reggere più la pesante ma vitale maschera. Mi accascio, abbraccio la mia solitudine e piango tante lacrime che ad una ad una appendo all'albero della festa.
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Millina Spina
- 08/12/2017 21:36:00
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Grazie Alberto, credo che alla fine il Natale, nonostante la sua brillante magia, pretenda sempre un prezzo importante a chi vive nella sofferenza: indossare la maschera è lunico antidoto...ahinoi! Grazie.
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Millina Spina
- 08/12/2017 18:41:00
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Grazie Arcangelo per i commenti con i quali mi hai calorosamente accolta in questo sito. Riconosco che entrare in una nuova casa mi provoca disagio e ritrovare un amico mi rende lingresso meno imbarazzante. Il Natale è una ricorrenza sempre tanto attesa eppure nessuna è capace quanto questa di amplificare la tristezza e la solitudine che purtroppo alimentano sempre i nostri animi ed il nostro quotidiano. Si partecipa, infine, alla festa ma ognuno con il suo carico di pena sapientemente nascosto tra i bagliori e celato dietro finti sorrisi. E nonostante tutto non potrei rinunciare alla magia del Natale. Ciao e grazie ancora!
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Alberto Becca
- 08/12/2017 15:13:00
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Poesia estremamente coinvolgente, anche straziante, dolorosissima perchè assai veritiera e aderente a una realtà ahinoi assai diffusa e che conduce a pensieri ed azioni non salutari, non positivi anche in tempi e occasioni, in periodi in cui la festa" dovrebbe portare a ciascuno maggiore serenità; molto apprezzabile il fluire del testo che, da lamento accorato diviene canto, grido, annuncio, ricerca, intraspezione
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Arcangelo Galante
- 08/12/2017 13:59:00
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Bella pubblicazione, che spinge il lettore a meditare sull’avvicinarsi di feste importanti, le quali, mediante il loro carico di attese, sottopongono l’uomo all’introspezione, facendo emergere sentimenti concitati, stuzzicando persino emozioni liete e, parimenti, anche sofferenti, ahimè e purtroppo, comuni a tante persone tacite nell’avvertire profonda malinconia, dentro l’anima. Un testo intensamente coinvolgente. Un romantico saluto e ben ritrovata da Oggiscrivo a La Recherche. Sempre infinitamente piccolo, rimane il mondo del web. Stammi bene ed auguri all’intera famiglia.
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